Il Poeta del Legno

Il Poeta del Legno: riscoprire Jurkovič, tra arte, radici e visione

Mi sono sempre chiesto se l’architettura possa parlare.
Se possa raccontare storie, accarezzare la memoria, dialogare con l’anima.


Dopo aver camminato tra le opere di Dušan Jurkovič, la risposta è sì.


Perché lui non costruiva solo edifici: costruiva emozioni.
E lo faceva con il materiale più vivo, più sensibile, più umano che esista: il legno.


Lo chiamavano “Il poeta del legno” – e ora so che non era una metafora esagerata.
Era una verità profonda.


Un’architettura che viene dal cuore del popolo


Il legno, nelle mani di Jurkovič, smette di essere materiale e diventa linguaggio.


Ogni trave, ogni intaglio, ogni motivo decorativo è ispirato al folklore slovacco e moravo. Le sue case sembrano uscite da un sogno antico, da una leggenda contadina, eppure sono funzionali, moderne per il loro tempo, aperte al futuro.


La sua grandezza non stava solo nel talento tecnico, ma nella visione:
portare la bellezza popolare, quella semplice e autentica, nel centro della vita quotidiana.
Creare edifici che fossero non solo da abitare, ma da sentire.


Un viaggio tra poesia e materia


Quando sono arrivato per la prima volta a Pustevny, davanti a Maměnka e Libušín, ho sentito un’emozione difficile da descrivere. C’era tutto quello che amo nell’arte: calore, originalità, identità.
Le forme erano giocose ma mai banali, i colori vibranti ma armonici. Era un’architettura che abbracciava, che sapeva sorridere.
E poi, nei giorni seguenti, la Via Crucis colorata, le terme di Luhačovice, la casa della cultura… ogni tappa un incontro con un modo di costruire che aveva l’anima dentro.


Perché il “poeta”?


Perché Jurkovič sapeva dare voce alle emozioni attraverso il legno.
Sapeva raccontare il legame con la terra, la sacralità della natura, la saggezza delle tradizioni popolari.
E lo faceva con rispetto, ma anche con coraggio.
Non copiava il passato: lo reinventava.
Un’eredità da far conoscere
Per me, come suo discendente, scoprire la sua opera è stato un viaggio profondo. Ma questo blog non nasce solo da un legame di sangue.
Nasce dal desiderio di far conoscere a più persone possibile la bellezza di questo architetto unico.
Di far innamorare nuovi occhi della sua visione.
Di ricordare che la cultura, se non si condivide, rischia di spegnersi.